sabato 31 dicembre 2016

25 - La sintesi del colore

Siamo giunti alla fine del percorso: tre mesi in compagnia di un colore, in fondo un pretesto per capire meglio qualcosa che non si conosceva. Tuttavia, nonostante non sia passato molto tempo, ci si affeziona.

Tutto è partito nel più classico dei modi, ovvero con una presentazione (step 1), perchè è fondamentale sapere con che cosa si ha a che fare. Dal momento che viviamo in un mondo dove le lingue sono diverse e i modi per definire le cose sono altrettanti si è resa necessaria una parentesi per capire ed eventualmente far capire il blu di Persia (step 2 e step 3).

Ovviamente qualunque cosa ha una storia (o delle storie), il colore in analisi non è da meno, ha i suoi miti, le sue leggende (step 4), alcune curiose credenze popolari (step 8) e ovviamente dei personaggi storici che hanno contribuito ad alimentarne la fama (step 21). La ricerca ha preso la forma di un vero e proprio viaggio, partendo dal Medio Oriente e arrivando fino alla Cina, all'Africa e alla nostra Europa, ovviamente non ho potuto non visitare i luoghi simbolo e le opere d'arte di alcune di queste tappe (step 22 e step 18).

A tenerci ben ancorati a terra, all'aspetto concreto delle cose ci ha pensato la scienza (step 6), grazie alla quale siamo stati in grado di analizzare gli aspetti chimici (step 14) che fanno si che il blu di Persia sia ciò che vediamo.

Il percorso ha toccato punti a me cari, essendo uno studente di Design (step 16) e Comunicazione Visiva (step 15), e ha prodotto una divertente parentesi che mi ha visto muovermi nell'intricato mondo dei brevetti (step 17).

Da un certo punto di vista gli aspetti quotidiani sono quelli che ci permettono meglio di conoscere qualcosa, perché non guardare un bel film (step 7), leggere un libro (step 11) o un fumetto (step 13) o semplicemente ascoltare qualche canzone (step 5) per far percepire meglio ai nostri sensi le sfumature del blu di Persia? In realtà uno dei sensi che non ci si aspetterebbe di usare nell'analisi di un colore è il gusto (step 12), siamo invece riusciti ad utilizzarlo, ma attenzione a non mettere troppo sale.

In tutto questo percorso le parole sono stato il mezzo grazie al quale siamo riusciti a descrivere il colore analizzato, creando sia un ordinato abbecedario dei termini legati al blu di Persia (step 9) sia una non ordinata ma senza dubbio utile nuvola delle caratteristiche del colore (step 24),  trovandone inoltre l'emblema (step 10). A proposito di non ordinato, anzi, di selvaggio: il post più difficile da realizzare è stato proprio quello del pensiero selvaggio (step 23), non è infatti molto immediato pensare in una modalità che da tempo non ci appartiene, così come non è semplice calarsi nei panni di un colore (step 19).

In ogni caso si sa, le cose meno semplici sono quelle che danno più soddisfazione. Spero che non abbiate seguito questo percorso solo perchè i blog vanno particolarmente di moda (step 20), ma che, come me, abbiate scoperto (o riscoperto) il piacere di conoscere meglio la storia delle cose.

Addio!

venerdì 30 dicembre 2016

24 - La nuvola del colore

In questo penultimo post sono state raccolte tutte le parole (aggettivi e sostantivi) attinenti al blu di Persia, per mezzo delle quali è possibile coglierne al meglio le caratteristiche, non senza suggestioni e percorsi inediti.

Nuvola del blu di Persia
Ritengo che la cosa che meglio rappresenta questo colore sia il mosaico decorativo di tradizione orientale, nelle cui tonalità è quasi sempre presente la tinta oggetto del blog. Inoltre il colore e questo tipo di decorazione condividono l'origine geografica, sono infatti entrambi tipici della Persia. 

Mosaico persiano con tessere blu di Persia

giovedì 29 dicembre 2016

23 - Il colore nel pensiero selvaggio

Secondo l'antropologo e psicologo francese Claude Lévi-Strauss, autore del saggio "Il pensiero selvaggio", esiste una modalità di pensiero, particolarmente evidente nelle società non occidentali, che di fronte al reale che ci circonda reagisce producendo, in modo spontaneo, simboli e significati. Nel pensiero allo stato selvaggio è scontata l'attenzione che viene prestata alle caratteristiche sensibili e materiali delle cose.

Copertina del saggio "Il pensiero selvaggio"

La sfida di questo post è quella di ricondurmi al pensiero selvaggio innescato dalla vista del colore oggetto di questo blog. Per facilitare il processo considererò il mio colore in una sua forma concreta, fisica. Un pezzo di blu di Persia, in sintesi, che necessariamente darà origine a un pensiero istantaneo, non condizionato, spontaneo e concreto.

Il blu di Persia riconduce immediatamente all'idea di qualcosa di prezioso, così diverso dai colori di cui la natura ci circonda, così diverso da essere più vicino al cielo che alla terra, nonostante provenga dalle profondità di una cava di una regione lontana e misteriosa. Soprannaturale, solitario per certi versi, meravigliosamente materico e luminoso. Proprio per il suo pregio e per la sua unicità aspira a un contesto più alto, superiore al comune, è un gioiello degno di una divinità e del suo culto, è un tessuto per la più importante personalità della propria civiltà.

Il contrasto del blu di Persia

martedì 27 dicembre 2016

22 - Il colore nell'architettura

Nella ricerca di opere architettoniche che si identificano con il colore blu di persia sono emersi due esempi particolarmente interessanti, simboli di due periodi tra loro lontani.

Il primo è la moschea Sultan Ahmet camii, meglio nota come la Moschea Blu di Istanbul. Costruita all'inizio del 1600 per riaffermare il potere ottomano, fu terminata in 8 anni. L'edificio fu progettato dall'architetto Sedefkar Mehmet Aga e sorge sul sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, di fianco alla basilica di Santa Sofia. La costruzione di questo edificio è raccontata e descritta in un'opera in otto volumi. Dal punto di vista architettonico l'edificio è imponente, vanta infatti sei alti minareti mentre l'interno è illuminato in modo suggestivo grazie alle 260 vetrate decorate presenti nella sala della preghiera. L'appellativo "Moschea Blu" è dovuto al fatto che l'intera struttura è costellata da oltre 21000 maioliche blu (provenienti dall'antica Nicea), colore impiegato in tutte le decorazioni dell'edificio. 

Interno della Moschea Blu

Ulteriori informazioni sull'architettura medio-orientale possono essere trovate nel libro "Storia dell'architettura" scritto da Patrick Nuttgens (Mondadori, 2002). A pagina 155 in particolare di parla del blu di persia utilizzato per la colorazione delle maioliche.

Il secondo esempio è temporalmente e culturalmente più vicino a noi. Si tratta dell'Unitè d'Habitation di Marsiglia, progettata da Le Corbusier nel 1945.  L'edificio è importante poichè concretizza il passaggio dall'abitazione singola al suo assemblaggio in Immeubles-Villas. La struttura, di 18 piani, è interamente realizzata in calcestruzzo armato a vista ed è studiata per garantire la possibilità ai suoi abitanti di avere relazioni sociali reciproche (il corridoio del settimo piano, il tetto con asilo, palestra e solarium ne sono un esempio). Gli appartamenti mirano invece all'isolamento e si sviluppano secondo originali modalità su due piani. Attorno all'edificio è possibile godere della vista della Provenza, fra mare e rilievi, immersi nella natura. Il blu emerge nei particolari, assieme agli altri colori primari, ovvero nelle pareti divisorie dei balconcini dei singoli appartamenti, con l'intento di spezzare l'andamento ritmico della facciata conferendo colore, che risalta in modo notevole sulla struttura in cemento grezzo. 

Facciata dell'Unitè d'Habitation

21 - Il colore nella storia

Cercando i personaggi storici legati al colore analizzato su questo blog è emersa una particolarità: molti degli uomini e delle donne più potenti, nelle più differenti epoche storiche e nei luoghi più distanti, hanno indossato il blu di persia. Vediamone alcuni:

Come già accennato nel quarto step di questo blog il blu di Persia fu uno dei colori principali utilizzati per la tintura degli abiti e per le decorazioni del corredo del Faraone. Uno dei più famosi fu Tutankhamon, anche grazie all'eccezionale ritrovamento della sua tomba, intatta, nel 1922. Salì al trono a soli 8 anni e morì precocemente quando raggiunse i 18, nel 1323 avanti Cristo. Le cause della sua morte sono ancora un mistero, la scienza tuttavia ha formulato diverse ipotesi, rese possibili dalle moderne tecniche di indagine forense.

Maschera funeraria di Tutankhamon

Andando avanti nella storia è d'obbligo soffermarsi su ciò che accadde a San Pietro, nella notte di Natale dell'800. In quella circostanza Carlo Magno, avvolto in un prezioso mantello blu, fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da papa Leone III, che ne unse il capo come da tradizione biblica. Carlo Magno, figlio di Pipino il Breve, divenne re dei Franchi nel 768 e grazie a una serie di campagne militari espanse il suo dominio fino a comprendere gran parte dell'Europa occidentale. Il suo governo diede impulso alla cosiddetta Rinascita Carolingia.


Incoronazione di Carlo Magno

Spostiamoci nella Cina Imperiale del 1800. Alla morte dell'imperatore Jiaquing, nel 1820, il figlio Daoguang non ereditò soltanto il trono, si trovò infatti a governare una Cina in grave crisi a causa dell'imperialismo Occidentale. Ebbe un ruolo cruciale nella Prima guerra dell'oppio, poichè ne proibì l'importazione dai mercati inglesi (in quegli anni si raggiunse il picco di trentamila casse all'anno). La cina perse la guerra e fu costretta a cedere Hong Kong al Regno d'Inghilterra.
Il sovrano è rappresentato mentre legge nel suo giardino indossando un abito blu, come molti altri imperatori cinesi.

L'Imperatore Daoguang

Nei primi anni del 1900, nonché gli ultimi del regno degli Zar in Russia, Nicola II ingaggiò il fotografo Sergey Prokudin-Gorsky per immortalare i momenti salienti dei propri viaggi e della propria vita di corte. Fra queste foto, (pubblicate in un recente articolo di Epoch Times), una risulta particolarmente interessante ai fini di questo post: si tratta di un'istantanea di Alim Khan, Emiro del Bukhara (l'attuale Uzbekistan), divenuto protettorato dell'Impero Russo nel 1873. L'Emiro indossa uno sfavillante abito tipico, naturalmente color blu di Persia.

Alim Khan, Emiro del Bukhara

Non può mancare un riferimento alla Regina Elisabetta II d'Inghilterra, famosa per la passione di indossare soprabiti dai colori forti e cappelli decorativi per meglio essere individuata fra la folla. Eccola mentre indossa un completo in blu di Persia:

Elisabetta II d'Inghilterra

20 - Il colore nella moda

L'oggetto di questo post non sarà un abito vero e proprio, bensì un accessorio: la pashmina.

Pashmina color blu di persia

Il termine sta ad indicare sciallisciarpe prodotte utilizzando un particolare materiale. Questo ha origine da remote regioni dell'Asia centrale (Nepal, Tibet e Mongolia) nelle quali vive la Hircus Botus Laniger (o Changthangi), una razza di capra dotata di un soffice ma caldissimo manto che le permette di affrontare le rigide condizioni climatiche delle zone. Dal sottocollo e dal sottopancia di questo animale si ricava la pashm, che viene filata (rigorosamente a mano) per ottenere un materiale caldo ed estremamente pregiato.

Esemplare di Hircus Laniger

Proprio di questo filato sono fatte le tradizionali pashmine. In origine questi scialli erano riservati al Maraja, tuttavia divennero presto un accessorio ambito dai più famosi ed importanti personaggi storici, da Giulio Cesare a Maria Antonietta (che ne possedeva una collezione) a Napoleone.

Le pashmine rimangono tuttora un capo apprezzato e sempre alla moda, nonché un prezioso souvenir ricercatissimo da coloro i quali intraprendono viaggi in oriente. Uno dei pigmenti principali usati per la tintura di questi scialli è il blu di persia, uno dei colori tipici dei capi provenienti dal medio oriente. Ecco un esempio di questo capo d'abbigliamento, molto versatile nel suo utilizzo (può essere usato come sciarpa, messo sulle spalle o addirittura usato come copricapo) e rivolto anche ad un pubblico maschile.

Pashmina indossata come scialle

mercoledì 14 dicembre 2016

19 - Anatomia del colore

In questo post cercherò di adottare un approccio narrativo, grazie al quale intraprenderò un'analisi di alcuni aspetti cognitivi del blu di persia.

Signori, mi presento, anche se spero che mi conosciate già: sono il blu di Persia. E vorrei precisare subito, onde evitare fraintendimenti, che sono proprio di Persia, non di Prussia... troppe volte sono stato confuso con questo mio parente, decisamente meno brillante del sottoscritto. 

Essendo di Persia lasciate che vi racconti qualcosa delle mie lontane terre d'origine. Laggiù io sono il re indiscusso, il più pregiato dei colori... pensate che ho il privilegio di nascere da una pietra preziosa. Avrete capito che non sono un tipo troppo modesto, ma sarete così onesti da ammettere che ne ho tutte le ragioni... mi concedo soltanto nei grandi luoghi e nelle grandi occasioni, in fondo non sono un blu qualunque! Potreste dunque ammirarmi nelle ricche e pregiatissime decorazioni a mosaico di una moschea, dove sono stato scelto per risaltare fra tutti gli altri colori. Sono tuttavia un amante dei viaggi, nei momenti in cui l'Egitto raggiunse il massimo splendore fui ospite della corte del Faraone, così come, durante un mio viaggio nell'Italia del '500, lasciai un pezzetto della mia anima negli affreschi di Michelangelo. 

Ho un grande ego, lo dico apertamente, ma sono altrettanto onesto. Non senza amarezza devo riconoscere che oggi ho perso un po' di quell'alone di magia che mi avvolgeva... i tempi sono cambiati, bisogna rendersene conto. Nonostante ciò la storia rimarrà sempre testimone delle mie imprese, chi sa riconoscere il mio valore mi apprezzerà in eterno. 

Mi congedo, onorato di avervi conosciuto
Blu di Persia

domenica 20 novembre 2016

18 - Il colore nelle arti pittoriche

"Tutta la disposizione della mia pittura è espressiva. Il posto occupato dalle figure o dagli oggetti, gli spazi vuoti intorno a essi, le proporzioni, tutto ha una parte da sostenere" 


Henri Matisse - La Danza (II versione)
1910 - Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo

17 - Il colore nei brevetti

Il più datato brevetto rintracciabile contenente un riferimento al blu di Persia riguarda un sistema di avvolgimento per filo tracciatore. Il documento, noto con il codice US3078581A, fu depositato il 16 agosto 1960 (poi pubblicato nel febbraio del '63) dall'inventore Arthur E. Foster presso un ufficio brevetti in Florida.

Lo strumento viene impiegato per tracciare linee dritte su grandi lunghezze, tendendo il filo fra due punti definiti e marcando la linea con del gesso o con un colore, in questo caso il brevetto cita espressamente il blu di Persia.
Il sistema è composto da due case, accoppiabili durante la fase di non utilizzo, ai quali è fissato un filo che può essere riavvolto grazie a una manovella posizionata su ciascuno dei due elementi.

Illustrazione del brevetto del chalk line holder

16 - Il colore nel design

Disegnata nel 1979 dal designer norvegese Peter Opsvik, la seduta Balans può essere considerata un prodotto rivoluzionario nel campo delle sedute ergonomiche.

A differenza di una comune sedia questo prodotto è costituito da due pattini in legno curvato, uniti da una traversa, sui quali sono montati due poggiaginocchia e un sedile (questi ultimi elementi sono disponibili con un rivestimento in tessuto color blu di persia). Il raggio di curvatura dei due pattini, assieme alla particolare conformazione della struttura, permette una seduta naturale e dinamica senza l'utilizzo di uno schienale. I vantaggi di questa posizione si traducono in un lavoro dei muscoli addominali per mantenere la colonna vertebrale eretta, prevenendo patologie alla schiena, e in una migliore circolazione sanguigna.

Il prodotto, precedentemente distribuito da Stokke, è venduto dall'azienda Varier assieme a diversi altri modelli di sedute ergonomiche.

Seduta Balans

martedì 15 novembre 2016

X - L'intruso nel colore

Ogni singola ricerca su Google contenente le parole blu di Persia produce immancabilmente un risultato intruso: si da il caso che questo abbia la forma di un gatto, il Persiano blu.
Dato che il fenomeno persiste con tenacia e costanza mi è sembrato giusto concedergli un piccolo spazio su questo blog.

Esemplare di gatto Persiano

domenica 13 novembre 2016

15 - Il colore nella pubblicità

Leonetto Cappiello è stato il più innovativo fra i cartellonisti Italiani della prima metà del secolo scorso. Caratteristica delle sue composizioni è lo sfondo monocromo, astratto, impalpabile e tendenzialmente scuro, sul quale campeggiano figure dal forte contrasto cromatico. Il blu di Persia, essendo un colore acceso, si presta alla perfezione a tale scopo. Vediamo alcuni esempi:

Manifesto per Serodent, 1928
 Manifesto per Campari, 1921
Manifesto per la Francia, 1937
Manifesto per Aurore, 1930
Manifesto per Baudin, 1933

sabato 12 novembre 2016

14 - Il colore nella chimica

Questo post, dedicato alla natura chimica del blu di Persia, è particolarmente difficile da affrontare. La causa è la mancanza di riferimenti (su internet e nella letteratura) a proposito dell'argomento, nonostante ciò proverò a fare chiarezza.

Per quanto riguarda i pigmenti di esclusiva origine naturale si è già parlato nei post precedenti della somiglianza fra il colore in esame e il lapislazzuli. Si da il caso che questo rapporto sia ben più profondo, infatti il lapislazzuli opportunamente ridotto a una polvere finissima funge da pigmento naturale del blu di Persia. Il colore così ottenuto venne utilizzato per dipingere alcune delle più importanti opere d'arte, come gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo e della Cappella degli Scrovegni di Giotto.

Dettaglio del Giudizio Universale di Michelangelo

Questo pigmento ha un costo altissimo, paragonabile a quello dell'oro, ma offre un'intensità del colore impareggiabile, cosi come impareggiabile è la durevolezza delle sue caratteristiche cromatiche. La polvere ottenuta dalla macinazione del lapislazzuli è prevalentemente costituita da lazurite, roccia metamorfica di colore blu violaceo intenso, con tracce di calcite e di pirite. Il minerale proviene solitamente dall'Afghanistan e dalla Cina.

Lapislazzuli

Tuttavia vi è poca chiarezza sulla vera origine del pigmento naturale del blu di Persia dal momento che anche il blu oltremare, tonalità leggermente più scura del blu di Persia, sembra provenire dal lapislazzuli. Probabilmente il dato è vero in entrambi i casi, varia semplicemente la natura di uno o più elementi che vengono addizionati al composto per ottenere il colore voluto. In ogni caso questa resta una supposizione dal momento che non è possibile andare più a fondo nella ricerca. 

Se stabilire l'origine del pigmento naturale risulta essere difficile, capire la composizione chimica del pigmento artificiale è ancora più complicato. Basandoci come prima sulla somiglianza fra il blu di Persia e il blu oltremare possiamo pensare che le formule siano decisamente simili. Vediamo dunque come si produce quest'ultimo colore: per la produzione del blu oltremare si ricorre al metodo Guimet e Gmelin (inventori del processo) che consiste in una miscela di caolino, carbonato di sodio (o solfato di sodio) e zolfo con piccole quantità di pece o colofonia e carbone. Il tutto viene riscaldato a 800° per 24 ore ottenendo poi, tramite macinazione, un silicato di sodio e alluminio con molecole caratteristiche di polisolfuro sodico, causa della colorazione blu. 

Pigmento artificiale blu oltremare

venerdì 11 novembre 2016

13 - Il colore nel fumetto

Per il momento non è stato ancora trovato un riferimento preciso al blu di persia in un fumetto, nell'attesa di rintracciarlo ecco una pagina di comics dove si parla di blu:

Star Wars #6, Dicembre 1977, Marvel
Update 27 Dicembre 2016: la ricerca sta continuando ma del blu di Persia nei fumetti non c'è traccia.

domenica 6 novembre 2016

12 - Il colore in cucina

Non di frequente capita di trovare cibi blu, eccezion fatta per alimenti naturali come i mirtilli e le melanzane (la cui tonalità di blu non corrisponde però al blu di Persia) e per le preparazioni contenenti coloranti sintetici (come l'E132). Tuttavia quando si parla di blu di Persia in cucina è obbligatorio citare un ingrediente in particolare: il sale blu di Persia.

Questo sale è uno dei più rari al mondo, viene infatti estratto esclusivamente nelle cave della provincia del Semnan, in Iran. Anche se non è di un blu intenso, alcuni cristalli hanno delle piacevoli sfumature azzurre a causa della silvite, un cloruro di potassio che raramente assume questa colorazione (solitamente varia dal bianco rossastro o giallastro al grigio).

Cave di sale nella provincia del Semnan (Iran)
Dal punto di vista organolettico è caratterizzato da un gusto raffinato, decisamente forte a un primo impatto ma con un retrogusto piacevolmente speziato. Le proprietà nutrizionali sono altrettanto notevoli, questo sale è naturalmente ricco di potassio, magnesio e calcio. Il prodotto è di nicchia, dedicato ai palati raffinati e decisamente non alla portata di tutte le tasche, infatti ne vengono prodotte solo 100 tonnellate all'anno e il prezzo al chilo può raggiungere i 100 €.

Cristalli di sale blu di Persia
Questo sale è particolarmente indicato nelle preparazioni contenenti tartufo e in quelle a base di carne bianca, pesce e frutti di mare o per conferire una nota speziata a pane, pizza e focacce. Dato il bell'aspetto dei suoi cristalli può essere utilizzato per decorare i piatti, aggiungendo un tocco originale ed elegante.

Quando si parla di cibi blu può capitare di imbattersi in alcune notizie, come quella del moonmelon (o anguria blu), frutto dalla polpa blu divenuto noto sulle pagine di Pinterest e dotato di una particolarità: il frutto di fatto non esiste, è soltanto il risultato di un'operazione di fotoritocco.

Il fantomatico moonmelon

11 - Il colore in un documento

"Silvia apparteneva a un ceto decisamente elevato, immune da ogni crisi strutturale, globale o cosmica. Un benessere riconoscibile, per chi sapeva coglierne i segnali, dall'indifferenza cardinalizia con la quale portava un rubino da almeno sei carati, alla freschezza blu di Persia della borsa di Gucci, all'orologio rettangolare Reverso Jaeger-LeCoultre che faceva capolino al polso"

Questo estratto proviene dal libro "La dea della fortuna", scritto da Giuseppe Furno (Longanesi, 2016) ed è stato individuato a pagina 2. 

Copertina del libro "La dea della fortuna"

10 - L'emblema del colore

Di tutti i loghi e i brand che quotidianamente capitano sotto il nostro sguardo uno in particolare è fortemente legato al blu di Persia, ovvero quello della Disney. Le generazioni degli anni '80 e '90 sicuramente ricorderanno che ogni visione di un capolavoro della Walt Disney Pictures (magari su un vecchio VHS) era preceduta dal logo del castello che si materializza dall'alto verso il basso, accompagnato dal nome dell'azienda nel caratteristico font e dall'inconfondibile sigla, su uno sfondo color blu di Persia.

Logo della Walt Disney Pictures

martedì 1 novembre 2016

09 - L'abbecedario del colore

Questo particolare post, che verrà man mano aggiornato con nuovi termini, ha l'obiettivo di creare un abbecedario legato al blu di Persia. Per ogni lettera dell'alfabeto sarà scelta una parola legata al colore.

A come Aladino
B come brillante
C come ceramica
D come damascato
E come extraterrestre
F come faraone
G come gatto
H come ?
I come Iran
K come kilim
L come lapislazzuli
M come moschea
N come nobiltà
O come oriente
P come pashmina
Q come quadro
R come rarità
S come sale
T come tessuto
U come ?
V come ?
Z come zaffiro

Abbecedario tratto da un libro scolastico

lunedì 31 ottobre 2016

08 - Il colore nella saggezza popolare

Anche se non è possibile risalire a un proverbio o a un modo di dire in cui compaia il blu di Persia ve ne sono un paio dove viene citato il più generico blu:

  • Avere una fifa blu, ovvero avere così paura da assumere un colorito pallido e bluastro, tipico di chi ha subito un forte shock o di chi è in uno stato di ipotermia.
  • Avere il sangue blu, cioè essere un nobile, nel medioevo infatti i nobili, a differenza dei contadini, non erano abbronzati e ciò faceva si che sulla loro pelle pallida risaltassero le vene (di colore blu). 

Il colore blu è legato a diverse superstizioni. Nell'ambito del teatro anglosassone ad esempio è considerato un colore sfortunato poichè un tempo le stoffe di colore blu usate per i costumi erano così costose da divenire la causa delle sventure economiche della compagnia teatrale. Tuttavia se al blu viene accostato l'argento, utilizzato per gli accessori, il rischio di fallimento viene scongiurato. 

Sempre dall'area anglosassone proviene un detto secondo il quale una sposa, durante il giorno del matrimonio, debba indossare "something old, something new, something borrowed, something blue and a silver sixpence in her shoe" (qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di imprestato, qualcosa di colore blu e una moneta d'argento da sei pence nella scarpa).  Questi oggetti stanno a simboleggiare la nuova vita che si sta per intraprendere, la vita che si lascia alle spalle, l'affetto di amici e parenti e la purezza, rappresentata da un fiocchetto blu applicato sulla giarrettiera della sposa.

Fiocco blu su una giarrettiera di una sposa 

In Grecia vi è una superstizione secondo la quale le persone con gli occhi azzurri o blu sono meno soggette al malocchio, al contempo queste stesse persone sono particolarmente abili nel lanciare questo tipo di maledizione. 

Secondo alcuni il colore blu, al contrario del rosso, è in grado di calmare e tranquillizzare, tuttavia può anche indurre tristezza e depressione. Fra tutti i colori è quello che meglio simboleggia la pace, la tranquillità e l'affidabilità, proprio per quest'ultima caratteristica è il colore che viene spesso consigliato per quanto riguarda l'abbigliamento per un colloquio di lavoro.

In alcune filosofie orientali il blu è il colore del quinto dei sette chakra, collocato in corrispondenza della gola. Questo chakra influisce sulla sfera della creatività ed è associato al senso dell'udito, in caso di blocco può provocare problemi alla gola, all'udito e al metabolismo, mentre dal punto di vista emotivo provoca sensazione di noia e mancanza di ispirazione. 


Simbolo del quinto chakra

lunedì 24 ottobre 2016

07 - Il colore nel cinema

Il blu si è reso protagonista di molti film, eccone alcuni:


Three Colors: Blue (1993) è un film del regista polacco Krzysztof Kieslowsky con Juliette Binoche, primo episodio della trilogia che dedica il titolo di ciascun film a uno dei tre colori della bandiera francese.


Blue (1994) di Derek Jarman è un lungometraggio la cui unica scena è un fotogramma di colore blu che fa da sfondo a una traccia sonora. Il film rappresenta la cecità del regista in seguito alle complicazioni dovute all'AIDS.


Nel 1986 David Lynch diresse Blue Velvet, che racconta, a partire da un macabro omicidio, il mondo nascosto dietro un'apparentemente tranquilla cittadina.


The Blue Lagoon è la storia di due ragazzi che, in seguito a un naufragio, sono costretti a sopravvivere su un'isola deserta. Il film, del 1980, è diretto da Randal Kleiser.

Il blu è spesso utilizzato per caratterizzare le inquadrature, le scene o addirittura l'intera atmosfera di un film, talvolta è legato ad ambientazioni fantastiche, fantascientifiche o futuristiche, altre volte è associato a situazioni notturne o fredde, ad esempio:


Blade Runner di Ridley Scott, 1982


Star Wars - Episodio V: L'impero colpisce ancora di Irvin Kershner, 1980


Star Wars: Il risveglio della Forza di J. J. Abrams, 2015


La sposa cadavere di Tim Burton, 2005


Kill Bill volume 1 di Quentin Tarantino, 2003 


Jackie Brown di Quentin Tarantino, 1997


Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, 1962




Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, 2014


The Truman Show di Peter Weir, 1998


The Eternal Sunshine of Spotless Mind di Michel Gondry, 2004


Ocean's Eleven di Steven Soderbergh, 2001

Lo stesso discorso vale per le locandine e i poster, eccone una selezione:


E.T. l'Extraterrestre di Steven Spielberg, 1982


Lo Squalo di Steven Spielberg, 1975


Star Wars - Episodio IV: Una nuova speranza di George Lucas, 1977